Secondo incontro della rubrica “personaggi del tennis”

Quando la vedi entrare al circolo, accompagnata dalla sua curata chioma bionda e il sorriso disteso di chi sa esattamente di essersi fatta un nome in questa piccola cittadina sotto la provincia di Ferrara, sai perfettamente che sta per arrivare lei…

Ad Argenta la conosciamo bene ormai…

Finalista nel 2015 e vincitrice dell’edizione 2017 dell’open città di Argenta, Camilla Abbate è una donna che ha imparato cosa voglia dire sacrificio e sudore nella sua scalata verso il successo tennistico. La vedi sul rettangolo rosso, colpire con la precisione e l’attenzione di una macchina senza sbavature, imperfezioni…una macchina costruita con l’allenamento. Fisicamente portentosa, dotata di grande forza muscolare e tremendamente regolare. Quando ho assistito alla finale disputata nell’ultimo open, ho tentato di immedesimarmi nei panni della sua avversaria (Arcangeli Chiara, gran giocatrice). La frustrazione e l’impotenza nel giocare contro un muro umano capace di farti colpire 30 palline solo per farti vincere uno scambio perché consapevole che i quattro successivi saranno suoi. Quando la vedi in campo colpisce per la sua freddezza e glacialità, ma al di fuori si dimostra estremamente disponibile nel soddisfare le richieste di chi è venuto per ascoltare la storia di una donna che sta cercando l’impervia scalata nel mondo del tennis che conta. Il tennis è indubbiamente materia psicologica e ti fa capire quanto sia difficile tagliare un traguardo desiderato perché nello sport, cosi come nella vita, nessuno ti regala un solo “quindici” e devi volere ardentemente un qualcosa per farlo tuo. Davanti a tanti ragazzi giovani, smaniosi di realizzare le proprie aspirazioni nello sport, diventa indispensabile toccare anche il discorso scuola e studio e come possono coesistere con la pratica sportiva. Organizzazione è la parola chiave. Riuscire a fare una buona programmazione di ciò che si vuole fare e allo stesso tempo non perdere di vista anche piste alternative o secondarie che possono garantire comunque sbocchi per il futuro perché non è detto che la nostra vita girerà sempre intorno alla pallina da tennis. Coltivare altri interessi è molto importante per ragazzi così giovani. America? L’esperienza all’estero è indubbiamente strumento educativo e formativo dal punto di vista sportivo per molti ragazzi. Nei college statunitensi vige un  sistema meritocratico dove solo chi lavora duramente emerge e viene premiato, nella cultura del fair play e del rispetto. Tuttavia, rappresenta una scelta a lungo termine e non per tutti i ragazzi è facile prendere una decisione di questo tipo sia per motivi economici ma anche e soprattutto affettivi. E i genitori? Domanda dal grande peso specifico perché nel tennis di oggi per crescere e migliorare devi poter disporre di un buon appoggio famigliare. Il genitore è finanziatore, tifoso, osservatore, autista…non è semplice agire nel silenzio , rivestendo un ruolo defilato senza poter offrire un suggerimento tecnico – tattico al proprio figlio, magari in difficoltà. Quante volte sentiamo parlare di genitori invadenti che scalzano la figura del maestro pensando di fare il bene del proprio figlio tennista o sportivo in generale? Fin troppe. In molti casi diventa complesso stabilire un rapporto equilibrato tra genitore e allenatore e quello che ne risente maggiormente è sempre il figlio  – allievo che , talvolta, può finire per detestare lo sport per cui fino a poco tempo prima si dedicava con felicità e sorriso. Il tennis molto, troppo spesso risulta frustrante, complesso nelle sue dinamiche e una figura come quella del genitore deve essere presente nel percorso di  crescita del proprio figlio. Camilla Abbate offre un messaggio importantissimo a tutti noi…

Vuoi diventare un tennista migliore? Non avere paura di sporcarti le mani. Il livello più aumenta e più bisognerà fare sacrifici per raggiungere i propri obiettivi. Un vero viaggio dentro il mare del tennis semi professionistico…quel mondo ricco di giovani di belle speranze che girano Europa e mondo cercando di costruirsi un nome all’interno di questo magico mondo giallo. Molti annegano nell’oceano delle possibilità, altri stanno in superfice e altri ancora saltano sul trampolino più alto, quello che da il là per entrare nel professionismo. Alla fine, la morale è sempre la medesima: lavora duramente e rimani umile. C.T.A. coaching!

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